Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il ponte della felicità

219034
Neppi Fanello 15 occorrenze
  • 1950
  • Salani Editore
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Il ponte della felicità

dire che, dopo un'oretta di quei passatempi, mani, vestiti, visi, e perfino i capelli avevano assunto tutte le sfumature dell'iride, con grande

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serto di raggi, come l'aureola di un santo gigantesco. Uno di quei raggi si posò sul viso del giovinetto le cui lunghe ciglia si schiusero. Egli si

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le acacie erano spogli, venivano i passeri a beccare le briciole che Loredana spargeva sul davanzale. Ed erano così carini e numerosi quei passerotti

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, un delizioso quadretto da lei dipinto in quei giorni. L'inverno, con i suoi geli e il suo squallore, stava per giungere. Tutto intorno, dal cielo

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e il suo maestro lungo il difficile cammino dell'arte. Quanta trepidazione nel suo cuore, in quei primi istanti! Poi la casa del pittore, a San

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possibile. - Loredana era ritornata da nonna Bettina. In quei giorni aveva lavorato con disperata energia. Voleva che la mamma trovasse tutto pronto al suo

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era parso più lungo di un secolo. Ma grazie al Cielo tra non molto il suo caro avrebbe fatto ritorno. Proprio in quei giorni, aveva ricevuto un suo

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venetici che, con le loro navi provenienti da Rialto, avevano approdato ad Alessandria. Veramente in quei tempi, così le diceva il babbo, era severamente

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facilmente che era uno di quei pellegrini di ritorno dalla Terra Santa, dove si recavano per visitare il sepolcro di Cristo. Partivano sprovvisti di mezzi

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Teodora Pisani Moretta. Loredana si cullava in quei suoni armoniosi, quasi dimentica di tutto quello che la vita le aveva fatto soffrire e quasi

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, Lori, stai forse contando le foglie degli alberi? - La fanciulla era tanto assorta nel ricordo di quei giorni lontani che non aveva udito l'avvicinarsi

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mercantili per compiere uno di quei viaggi nei quali i rampolli del patriziato si tempravano ai più duri cimenti. Il dolce vento di luglio faceva garrire

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godeva di riprendere il mare. Il caldo, in quei giorni, era intenso e non un filo d'aria faceva gonfiare le vele, che pendevano flosce e inerti lungo

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semicerchio che chiudeva l'orizzonte. Alvise entrò nell'acqua fino alle ginocchia, e costeggiando le rocce potè infatti raccogliere buon numero di quei frutti

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aveva contato il tempo nel lento sgranarsi delle aurore e dei tramonti. Mai, in quei giorni, una piccola alberatura era apparsa a rompere la

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